Allo studio Dollaro e Euro digitali, ma non scambiateli per i Bitcoin

Allo studio Dollaro e Euro digitali, ma non scambiateli per i Bitcoin

Nuovi sistemi di monetizzazione, cosa sono e che impatto avranno.

Quando si parla di “pagare in contanti” viene a tutti noi in mente soltanto il denaro. E finora in effetti non c’erano dubbi né alternative.

La rivoluzione tecnologica porta però nuove forme di transazioni che non interagiscono solo sulla comunicazione, ma anche sulla trasmissione del denaro.

Nei giorni scorsi il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha dichiarato che il 2021 sarà un anno importante per il dollaro digitale. Contemporaneamente in Europa si sta pensando di avviare una sperimentazione già entro questo stesso anno.

Innanzitutto va chiarito che le nuove monete digitali, qualora, come sembra, dovessero nascere, non hanno nulla a che spartire con le criptovalute.

Bitcoin, Ethereum, Litecoin, Dash, Stellar o quant’altro sono delle monete virtuali che non hanno alcun tipo di garanzia che ne avvalli la sostenibilità. Quelle che andrebbero ad essere costituite sono invece dei surrogati dello stesso denaro che noi maneggiamo ogni giorno.

Neppure loro avranno una consistenza materiale, ma, al contrario delle cripto-valute, sono riconosciute dalla Banca Nazionale di emissione, la quale si riconosce in debito del loro possessore, esattamente come avviene per una banconota oppure per una moneta metallica.

Cosa cambierebbe?

Per le famiglie e per i privati in genere, a quanto emerge dalle prime indiscrezioni, si tratterebbe di uno svincolo da alcune costrizioni logistiche che legano agli istituti di credito la circolazione del denaro. Le transazioni in questo tipo di valuta avverrebbero direttamente e saranno considerate come vero e proprio “denaro liquido”. E ciò le differenzierebbe dalla circolazione attraverso i sistemi delle carte di credito o di debito. Per esempio le erogazione da parte dello Stato potrebbero essere distribuite direttamente al destinatario, senza che questi abbia bisogno di alcun intermediatore bancario.

Uno degli scogli da superare sarà molto probabilmente una certa resistenza proprio da parte degli istituti di credito, i quali, in una breve e superficiale analisi, non avrebbe di che lucrare sulla circolazione di questo denaro digitale. pare però bene avviata una soluzione che prevederebbe l’assegnazione di compiti di servizi di custodia e amministrazione agli istituti di credito. Su questo versante le banche italiane sarebbero all’avanguardia.

La moneta digitale sarà disponibile a tutti i cittadini, anche se non bancarizzati, e potrà essere utilizzata attraverso gli smart-phone, ma anche con un portafoglio elettronico o la propria carta di servizi.

A quanto risulta la moneta digitale non dovrà però essere intesa come un mezzo per fare la spesa al supermercato. Lo scopo della Bce sarebbe invece quello di snellire le procedure relative a bonus, ristori, prestiti e rapporti con privati e imprese, garantendo allo stesso tempo immediatezza e trasparenza.

Sarebbe inoltre previsto anche una soglia di utilizzo, esattamente come avviene ora per il contante “materiale”. Ciò per evitare che si riducano i depositi presso la banca centrale, penalizzando quindi la potenzialità nella concessione dei prestiti.

 

 

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